Siamo appena tornati dalla Marcia 2015: due ore di cammino sotto un caldissimo sole romano, con due bambini per mano e due nel passeggino, letteralmente a pezzi ma felici.
Per recuperare le forze abbiamo portato i bambini a gustare un ottimo gelato e, mentre godevamo un po' d'ombra, abbiamo fatto un bilancio di questa esperienza.
Alcune persone sono dubbiose sull'utilità di iniziative come questa, poco pubblicizzata persino negli ambienti ecclesiali e così apertamente osteggiata dai media (state pur tranquilli che nonostante le persone presenti fossero molte -tra le 40000 e le 60000- i giornali e telegiornali di domani ne parleranno ben poco).
È vero: la cultura della morte ha messo radici profonde nel nostro paese tanto che l'eutanasia viene vista come un traguardo sociale da raggiungere e l'aborto nemmeno viene messo più in discussione.
Questo però avviene anche perché tante, tantissime persone che dovrebbero indignarsi, parlare, gridare contro questo abominio, invece di farlo, tacciono.
Sicuramente esporsi sui cosiddetti 'temi etici' ci mette in una posizione scomoda. Sicuramente parlando apertamente ci attireremo l'ostilità di alcuni vicini di casa, colleghi, superiori e conoscenti. Forse però le persone con cui parleremo rifletteranno e cominceranno a cambiare mentalità. Potremmo perfino scoprire che tra le tante persone con cui siamo quotidianamente a contatto c'è una donna in difficoltà e (volesse il Signore) avremmo l'occasione di aiutarla concretamente, contribuendo a salvare delle vite.
Certamente questo lavoro nella vita quotidiana è indispensabile e per un cristiano è anche un dovere morale grave (come saremo giudicati alla fine della nostra vita se con il nostro silenzio saremo stati complice della morte di uno o più bambini innocenti?).
Questo lavoro viene svolto ogni giorno da moltissime persone di buona volontà, non solo dai cristiani, ma da tutti coloro che seguono la legge morale scritta indelebilmente nel loro cuore.
Quante vite vengono salvate ogni giorno! Quante mamme disperate e sole hanno ora una vita felice insieme ai loro splendidi bambini grazie al lavoro dei Cav, i centri di aiuto alla vita, le parrocchie, il sostegno morale e materiale di tante mani amiche che si sono spese gratuitamente per loro?
Anche io, come tanti altri, dico che è così che si salvano i bambini e si aiutano le donne, non con le marce e gli slogan.
Le marce e gli slogan hanno però un peso pubblico, 'politico' e, per quanto siano ignorati dai nostri governanti, non sono mai inutili.
Come cittadini italiani e come cristiani non solo possiamo, ma dobbiamo alzare la nostra voce ed esprimere la nostra volontà. Lamentarsi e brontolare chiusi in casa non giova a nulla!
Per me, la marcia per la vita è:
. un'occasione per far capire che ci siamo, non abbiamo paura di mostrarci e di far valere le nostre idee;
. un'opportunità di ascoltare testimonianze, scambiarsi esperienze e impressioni sulla tutela della vita e la cura delle fragilità nel nostro Paese;
. un modo per sensibilizzare le persone su un tema così delicato come la tutela della vita, che tanto spesso viene banalizzato trattandolo con un sentimentalismo da rivista patinata e una superficialità raccapricciante;
. un'occasione per incontrare amici da tutta Italia, per 'contarsi' e conoscersi meglio tra noi;
. un evento gioioso: con i palloncini, il trenino gratuito per i bambini, gente sorridente e clima festoso e positivo
E per voi? Quali sono le motivazioni che vi spingono a partecipare?
Arrivederci a Roma, nella seconda domenica di maggio 2016